Escursione del 2 marzo a Monte Irveri

Con Michele Albini e Francesco Ganga


Appuntamento alle 8 in piazza Veneto e partenza alle 8.10 puntuali. Ci dirigiamo verso Oliena e quindi per Dorgali, passiamo la galleria di Cala Gonone, attraversiamo l’abitato in direzione nord e parcheggiamo le auto alla base della strada cementata per passo Littu.

Ci incamminiamo lungo la sterrata che porta al bivio per Cartoe. Dopo 1 km deviamo a sinistra per seguire la gola del Riu Cascheri e la risaliamo per circa un’ora, oltrepassando diverse aie carbonili. La pendenza è decisa e si attenua solo all’intersezione col sentiero CAI numero 200. Arriviamo così al cuile di Ziu Tatanu, luogo assai panoramico in direzione di Cala Gonone, ideale per una prima e meritata pausa.

Si continua a salire attraverso campi solcati fino a issarci in cima ai 605 m di monte Irveri (o Ghirveri). Bella vista vero? Da qui è una tranquilla passeggiata sui piccoli saliscendi della cresta, oltre il cuile di Ziu Bonucoru – nascosto in una piccolissima macchia – e fino all’inizio della discesa, caratterizzata da qualche piccolo strappo. Si giunge al cuile di Sa Tintura, annunciato da rigogliose aiuole di ortica. Qui facciamo una pausa, riposando gli occhi verso le cale di Cartoe, Osalla di Dorgali e tutta la riviera del territorio di Orosei.

Zaino in spalla adesso. Continuiamo a scendere attraverso la località Ispera de su Campu e quindi giù da Iscala de sa Chera per il cui tramite, in 30-40 minuti, saremo a cala Cartoe. Ora, se il mare è calmo e l’orario lo consente, facciamo un altro piccolo tratto fino a Osalla per sostare lì. Il sentiero infatti prosegue sugli scogli e poi scende fino a lambire il mare, per buttarsi infine nella boscaglia per un ultimo breve tratto. Le scogliere nere ricordano l’antica attività vulcanica in questo tratto di costa.

Il ritorno funziona così: con un breve pezzo di strada asfaltata e uno sterrato torniamo a Cartoe e da lì iniziamo la risalita. Non sarà una cosa lunga ma forse un po’ intensa. Al segnavia di Iscala de sa Chera prendiamo la deviazione sul sentiero 210A che, attraverso un lungo sali-scendi (ma soprattutto “sali”) ci porta alla strada sterrata che sovrasta la falesia e che termina accanto alle nostre macchine.

Il percorso non presenta alcuna difficoltà o pericolosità specifica. Il dislivello da coprire è di circa 670 metri. L’eventuale sfida sta nei 15 km circa di lunghezza, quasi tutti su calcare. Per fortuna i panorami, le spiagge e la tazzolata finale compenseranno ogni fatica.

Presentazione venerdì in sera.

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