ESCURSIONE DEL 13 NOVEMBRE – CORRASI : Nurre, Voragini e Cuili – Guide: Carlo Marini e Pasquale Turudda.

Partenza: ore 7:00 da Piazza Veneto, direzione Oliena. Si sale a Maccione, lo si supera e, prima di Tuones, si gira a destra per località Daddana,: dopo circa 250 mt. si parcheggiano le auto in una radura.

Inizio escursione ore 8:00 . Si va verso Tuones e poi si sale verso Iscala ‘e Pradu.  Arrivati in cima (quota 1210 mt circa) si prosegue verso Nurre de Sas Palumbas.

La profondità iniziale della nurra è di circa 10 m, poi la grotta si apre con un grande salone, dove lo stillicidio perenne riempie varie vaschette naturali. Da secoli i pastori della zona vi accedevano tramite due tronchi di ginepro utilizzati come una scala e si approvvigionavano di acqua freschissima. Superata la sala principale, si accede a stretti cunicoli e vari meandri che degradano e portano a una profondità di 115 m.

È considerata la grotta più gelida del Supramonte di Oliena per le correnti d’aria fredda proveniente dai corridoi più profondi. I pastori la utilizzavano nei mesi estivi come un vero e proprio frigorifero naturale per conservare la carne e il latte. Varie specie di pipistrelli invece l’hanno scelta come rifugio per l’inverno: “sa nurra de Sas Palumbas” ha infatti la giusta temperatura per l’ibernazione. Il prezioso guano veniva periodicamente prelevato dai pastori e utilizzato come concime o barattato con prodotti agricoli. (cit. “Il Supramonte di Oliena” di Angelino Congiu)

sa-nurra-de-helle

Si raggiunge quindi il cuile Vilitzi e da lì si procede fuori sentiero fino ad attraversare Su Troccu de Su Tuo  per intercettare un vecchio sentiero che ci porta fino al cuile di Sa Vadde ‘e Sa Mandra. Dopo una breve sosta con visita al suddetto cuile si procede fuori sentiero (e sarà così d’ora in poi per buona parte dell’escursione) verso delle creste rocciose da cui si gode un panorama eccezionale (ovviamente se la giornata è bella). Alla fine delle creste rocciose si devia verso destra per raggiungere diverse nurre e voragini… Abbastanza particolare è sa nurre de Helle  che Angelino Congiu descrive così nel suo libro “Il Supramonte di Oliena”:

“ Il 20 e il 21 agosto per la festa di San Lussorio, era tradizione portare il ghiaccio in paese sia per fare un sorbetto, chiamato “carapigna”, sia per rinfrescare le poche bibite che esistevano in quei tempi di ristrettezze.

Erano i baristi che ordinavano il ghiaccio ai caprari e questi, in cambio di qualche lira, lo portavano volentieri.

Fino a cinquant’anni fa gli inverni erano rigidi e molto lunghi, la neve cadeva abbondante e nelle vette più alte resisteva per molti mesi all’anno.

La voragine di Helle si trova su un altopiano calcareo sopra i 1300 m di altitudine: è molto difficile da localizzare perché le rocce calcaree ne mimetizzano l’entrata, stretta e allungata. La nurra è profonda una decina di metri, con pareti scoscese. Sul fondo si allarga un po’, così che la neve spinta dal vento si accumula in basso e si compatta per il suo stesso peso: le basse temperature la trasformano in ghiaccio e la conservano per lunghi mesi. I raggi del sole non penetrano nel fondo della voragine, sia per l’esposizione della grotta sia per la dislocazione di una serie di rocce esterne che la riparano. L’accesso alla voragine è possibile perché sul fianco (a pochi metri) c’è uno stretto budello, che ugualmente in verticale porta sul fondo. Ci sono vari appigli nella roccia, altrimenti è sufficiente fare opposizione con le spalle e far lavorare i piedi. La neve veniva tagliata in blocchi con un’ascia, avvolta con la paglia e messa in sacchi di juta. Poi quasi di corsa fino al paese, dove veniva sistemata dentro capienti bidoni, insieme alle bibite e nuovamente coperta di altra paglia.” voragine-sa-lapia

Notevole anche la voragine di Sa Lapia (o nurra de S’Alapinna) che si trova a quota 1320 mt. circa ed è profonda ben 115 m.

Procedendo verso sud ovest si incontra una piccola dolina (pare che venga chiamata Su Serconeddu) con alcuni vecchi tassi all’interno (molto belli). Procedendo ancora si trovano degli aceri e dei tassi caratteristici, infine, dopo breve tempo, si arriva a intercettare il sentiero che passa sotto la vetta Corrasi e che, procedendo verso sinistra, ci porta fino all’attacco superiore di Scala Marras. Da qui tramite un comodo sentiero torneremo al punto in cui abbiamo parcheggiato le auto.

L’escursione ha una durata presumibile di circa 7-8 ore, soste comprese per una lunghezza approssimativa di 13 Km. Ci sono parecchi tratti fuori sentiero e alcuni su placche di calcare con una certa pendenza che presuppongono una buona esperienza nel camminare su questo tipo di terreni. Il percorso potrebbe diventare pericoloso solo nel caso di pioggia e, appunto, in caso di condizioni avverse non si effettuerà l’escursione. Non ci sono comunque punti esposti, ma chi soffre di vertigini è bene che non si avvicini troppo alle voragini.

dati_mandras

Condividi

Potrebbero interessarti anche...