Escursione dell’11 febbraio a punta Ispignadorgiu

Con Massimo Chironi


Appuntamento in piazza Veneto alle 7, partenza alle 7.10 ed incontro alle 7.30 a Jenna ‘e Ferru con eventuale secondo gruppo.

Percorriamo la S.S. 389 fino all’intersezione con la cantoniera di Pira ‘e Onni, ci immettiamo sulla vecchia statale (ex 389) in direzione Villanova e svoltiamo al bivio per Talana, raggiungiamo quindi S’Arcu ‘e s’Orostode e da qui l’ingresso del cantiere forestale di M.te Genziana (Talana). All’interno di quest’ultimo percorriamo per alcuni minuti, costeggiando la linea di confine Talana/Urzulei, una strada di penetrazione agraria (prima asfaltata e poi bianca), che ci porta in località Perda ‘e sa Giura (Urzulei) a 1016 metri slm. Da qui, parcheggiate le auto, iniziamo la nostra escursione.

Ci dirigeremo prima verso il nuraghe Perdeballa (1057 m), di cui purtroppo non rimangono che i ruderi di ciò che era un complesso villaggio, per poi visitare, a poca distanza, le tombe dei giganti di S’Arena. Da qui proseguiamo il nostro percorso costeggiando la parte orientale della codula del rio Flumineddu, in direzione della punta Su Zippiri ‘e Susu (1071 m), fino ad ammirare il bellissimo panorama dalle splendide pareti erose dall’acqua. Continuiamo a camminare in direzione est, incontrando notevoli querce secolari, rare e pregevoli testimoni dell’antica foresta, prima di giungere a Isera Olidanesa (935 m), uno dei nomi che lo stesso corso d’acqua prende prima di chiamarsi Sa Mela e successivamente Orbisi.

Percorriamo, in direzione nord-est, un comodo sentiero che costeggia il letto del fiume fino all’ingresso di una bellissima carrareccia, posta all’ombra delle pareti della spettacolare codula de Sa Mela , accompagnati da tassi e lecci secolari. Proseguendo in graduale salita, arriviamo alla sella di S’Arcu Mesu Serra (1050 m) dopo aver visitato la piccola dolina di punta Sa Cheia (1011 m).

Continuiamo il nostro trekking senza grandi strappi e passando per Serra Lodunu (1149 m), arriviamo, tra tratti di campi solcati e sentieri tracciati dalle capre e i mufloni, al nostro giro di boa: punta Ispignadorgiu (1232 m). Dopo aver goduto del panorama, percorrendo la cresta, iniziamo a discendere la punta suddetta fino ad una un fitta lecceta di bosco primario dopo la quale riattraversiamo, più a monte, la nostra vecchia codula. Nel sentiero che ci conduce alle auto attraversiamo il bel pianoro di S’Orroali (1000 m) e, tempo permettendo, possiamo visitare l’ingresso delle grotte di Su Mamucone e S’Edera.

Note:
Il percorso non ha grossi dislivelli, salite e discese sono mediamente impegnative, non ci sono particolari punti esposti è però piuttosto lungo (circa 15 chilometri). Non è segnalato ma ci si orienta facilmente. È molto interessante per la presenza di rari esemplari di tassi, querce e lecci, oltre che mufloni e cinghiali. Il 90% del trekking si svolge sopra i 1000 m di quota, quindi è necessario un equipaggiamento adeguato al periodo. Mettete nello zaino la pila frontale.

Per adesioni e particolari chiarimenti ci vediamo in sede, venerdì 9 febbraio alle 20.

… quando sui banchi delle scuole elementari, mi chiedevo umiliata perché nella storia italiana non si parlasse mai di Sardigna, giunsi alla conclusione che la Sardigna non appartenesse all’Italia e dovesse avere una storia a parte.. (Marianna Bussalai o “Mariannedda de Sos battor moros” Orani 1904 – 1947)

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