Escursione del 8 dicembre a Su Piggiu Longu
Con Massimo Chironi e Chiara Rojch
Difficoltà: EE/V
Dislivello: 1150m (in salita 565m)
Lunghezza:7 km circa
Tempo di percorrenza: 8-9 ore comprese le soste
Partenza: ore 7 in piazza Veneto
Descrizione tratta dal libro “Sentieri” di Matteo Cara.
Dalla 125 tra Dorgali e Baunei al km 172+100 si prende in direzione nord su strada asfaltata, seguendo il cartello che indica Codula di Luna – Telettotes. Si prosegue su strada asfaltata per circa 12 km, fino ad un ampio spazio chiamato Teletottes dove lasceremo le auto. Fino a qui il tempo di percorrenza da Nuoro è circa 1 ora e 40.
Dal posteggio si torna indietro di qualche decina di metri, individuando sulla sinistra (est) un grosso masso che segna l’inizio del percorso. Il sentiero individuato sale ripidamente nel bosco. Piccoli tornanti ci permettono di proseguire l’ascesa e giungiamo sotto un grosso muro strapiombante, al riparo del quale si individuano i resti del coile Donneneitto.
Proseguiamo in direzione nord, costeggiando le alte pareti e dopo aver attraversato una chiudenda, continuiamo su una cengia abbastanza comoda ed indicata dagli omini in pietra, per giungere in vista dello stupendo picco affilato di Monte Garbau. Su Piggiu Longu (“la lunga cengia”) comincia in questo punto e prosegue in senso nord-sud tra le alte pareti sulla destra e quelle che precipitano a sinistra verso il grande solco di Codula Elune.
Si prosegue verso nord, seguendo tracce di sentiero e segnali in pietra, tenendoci sulla sinistra Monte Garbau e le guglie minori che precipitano verso la codula; manteniamo la quota con piccoli saliscendi, tenendo la direzione nord/ nord-est su sentiero abbastanza evidente. Arriviamo ben presto ad un piccolo impluvio, nel quale il fondo è costituito da una lastra rocciosa compatta e liscia molto scivolosa e pericolosa. Qui è richiesta massima attenzione e prudenza nel percorrerla, soprattutto nel caso in cui dovessimo trovarla bagnata. Se il caso lo richiede ci aiuteremo assicurandoci con uno spezzone di corda.ù
Oltrepassato lo scivoloso catino, la traccia raggiunge una spalla e diviene meno evidente, mentre la cengia di su Piggiu si allarga nuovamente: si prosegue sul costone tenendo un sentierino leggermente più marcato degli altri, in leggera discesa ad aggirare dal basso uno sperone roccioso che pare sbarrar il cammino.
Si è circa a quota 450 e, appena aggirato il roccione ci si trova in un rado boschetto di frassini. Ai piedi della costola rocciosa appena superata, con l’imboccatura nascosta e di difficile individuazione, si trova la grotta de Sa Rutta e S’Abba, che visiteremo. L’ingresso è molto basso ed è necessario strisciare sul ventre per accedere all’interno dell’ampia sala, ricca di stillicidio e meravigliose concrezioni.
Visitata la grotta, proseguiamo seguendo la traccia che passa nei pressi della grotta, in direzione nord-est ed entriamo nella zona Fahohe – o Facoga, e individuiamo la via d’uscita dalle cenge nei pressi di una bizzarra formazione geologica: due guglie rassomiglianti a corna di capra. Una volta raggiunta la base delle rocce, la traccia compie una svolta sull’orlo di un saltino di 5-6 metri, nel quale è presente una corda fissa, da utilizzare con cautela, per agevolare la disarrampicata.
Superato il salto, la traccia ci porta ad un grosso ghiaione franato, che scende ripidamente verso fondovalle. Al termine di una lunga e snervante (soprattutto per le nostre ginocchia), discesa sulla pietraia giungiamo sul greto di Codula Elune e lo si risale in direzione sud, per circa due chilometri, seguendo l’evidente sentiero ben tenuto e segnalato fino a raggiungere Teletottes e le nostre auto.


L’escursione è spettacolare, resa ancora più suggestiva dai colori autunnali che avremo attorno.
Trekking di grande impegno fisico e grande intensità. Percorso ricco di passaggi tecnici. Si cammina prevalentemente su rocciai e segnaliamo la presenza di tratti esposti. Due i passaggi fondamentali sui quali prestare la massima attenzione e prudenza: l’attraversamento dell’impluvio liscio e la disarrampicata prima del ghiaione agevolata da una corda e un tronco d’albero per superare il salto di roccia sotto le due corna di Facoga.
Vi ricordiamo la pila frontale indispensabile per la visita all’interno della grotta. Inoltre la grotta è molto argillosa e sporca, per cui vi raccomandiamo di portarvi un cambio da lasciare in macchina!
Presentazione e adesioni in sede martedì 6 dicembre.